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Inflazione Monetaria ed Attivi da Collezione


A partire dagli anni successivi alla grande crisi finanziaria del 2008, l’interesse degli investitori internazionali per i beni da collezione, metalli preziosi e gioielli, arte pittorica e scultorea, orologi, a cui si è aggiunto, non a caso dal 2009, il nuovo settore delle criptovalute e dei suoi NFT, è costantemente aumentato. Infatti, per evitare una recessione economica globale le autorità monetarie internazionali hanno deciso di monetizzare l’enorme debito accumulatosi durante i due decenni seguiti al processo di globalizzazione post caduta del Muro di Berlino, creando inflazione monetaria tramite l’immissione nei sistemi creditizi di un enorme ammontare di liquidità surrettizia. Grazie alla deflazione che ha caratterizzato il decennio 2010 / 2020, la recrudescenza inflativa non si è manifestata, ma in seguito ai blocchi produttivi decisi per fronteggiare la pandemia, l’inflazione nelle economie occidentali si è rapidamente ridossata alla due cifre percentuali.

I due promotori del fondo BTG, uno attivo nella logistica di settore, l’altro collezionista e pilota amatoriale, già nel 2016 hanno analizzato le alternative percorribili per identificare una classe di attivi che avesse concretezza reale per proteggere dalla perdita di valore della moneta cartacea e che offrisse un ragionevole potenziale di crescita in relazione alle sue caratteristiche di nicchia e di unicità. Avendo ambedue pluriennali competenze ed esperienze nel settore automobilistico, tra l’altro di tipo complementare, è risultato naturale rivolgere l’attenzione alle automobili da collezione, declinate però nell’accezione specifica di produzioni limitate ad alto valore commerciale, quindi principalmente vetture sportive con omologazione stradale.

Nel 2017 viene lanciato Better Than Gold Fund, un PIF maltese sotto l’egida di TALITI SICAV, verosimilmente il primo fondo di questa tipologia che investe esclusivamente in automobili da collezione. In generale il mercato delle automobili d’investimento è cresciuto esponenzialmente nelle ultime due decadi facendo raggiungere dei prezzi di picco a questi attivi reali nel 2021/22, a fine pandemia, ma continuando ad attrarre un forte interesse negli anni recenti durante i quali il mercato è solo diventato più selettivo. Prendendo ad esempio l’importante mercato statunitense nel 2024 si stima in 19 miliardi di dollari il settore delle auto da collezione dove l’età media degli acquirenti si colloca sui 45 anni. La domanda è fortemente legata ai fattori demografici, nel senso che l’interesse si sposta alla produzione automobilistica dei decenni successivi man mano che l’età degli appassionati avanza. Nello specifico la generazione dei “Baby Boomers”, nati all’indomani del secondo conflitto mondiale erano attratti dalle auto che li affascinavano in gioventù, quindi anni ‘50 e ‘60, ma oggi sono meno attivi ed hanno lasciato il posto alla generazione successiva interessata agli anni ‘70, quindi alle cosiddette “Young timer”.

La strategia del fondo è comunque mirata ad evitare questi fenomeni di tendenza, concentrandosi solo su produzioni limitate ed omologazioni speciali, quindi l’altissimo di gamma, anche recenti e nuove di fabbrica, per le quali la domanda dei nuovi collezionisti, spesso giovani imprenditori di successo attivi in ricchi paesi asiatici, sudamericani e mediorientali, risulta in costante aumento e si aggiunge a quella d’investimento di natura fondamentale, che cerca protezione dall’inflazione ed una valida diversificazione agli impieghi cartacei in titoli, senza contare l’impagabile soddisfazione di possedere un oggetto per il quale si nutre una passione.

Nicola Bravetti

Collezionista d’auto e pilota amatoriale